Viviamo in una cultura che esalta il talento naturale, spesso dimenticando che la vera leva del progresso è la capacità di apprendere, evolvere e perseverare. Nel suo ultimo libro "Il potenziale nascosto", Adam Grant ci accompagna in un viaggio sorprendente attraverso scuole, aziende e palestre olimpiche, per dimostrare che chiunque può migliorare, a prescindere dal punto di partenza.
L’autore sfida il mito dell’“innato” e sottolinea come il successo duraturo si costruisca coltivando carattere, sviluppando competenze e progettando contesti che liberino il potenziale inespresso.
Un messaggio potente anche per le organizzazioni: è tempo di guardare oltre il talento visibile e imparare a riconoscere le traiettorie di crescita. E in questo, strumenti come l’assessment possono aiutarci a individuare non solo ciò che è già emerso, ma anche ciò che può ancora sbocciare.
La distanza percorsa, più che l’altezza raggiunta, è ciò che davvero racconta la nostra evoluzione.